chiuditi dentro(,)questa notte.

mercoledì 5 maggio 2010

forse.

squadra speciale cobra 11.
adesso succede qualcosa che va contro tutte le leggi della fisica, tipo.
topo.
topos del giorno:
seriamente.
ho pensato di vivere, per un momento: dall'affetto di Arianna alle promesse di Ron, al futuro con Paola.

piango, sono commossa.

che questo strazio forse possa finire, senza mancamenti/svenimenti/fraintendimenti.
forse?


sabato 1 maggio 2010

la Duchessa di (stoca)Leyra.

La notte porta consiglio. La notte scura e desolata nella cameretta misera. La notte che si portava via gli ultimi rumori della festa, l'ultima luce, l'ultima speranza... Come la visione di lui che se ne andava insieme a un'altra, senza voltarsi, senza dirle nulla, senza rispondere a lei che lo chiamava dal fondo del cuore, con un gemito, con un lamento d'ammalata, affondando il viso nel guanciale bagnato di lagrime calde e silenziose.

 

come una scema, proprio, ci casco sempre.


martedì 27 aprile 2010

skinny petals.

sta per succedere?
lo sto per fare?, sta succedendo?
cosa?
cosa cosa?
ho fatto una scelta? sì? cièè, ho deciso, è così?
buongiorno notte?
buongiorno notte.
ho riavuto la mite. ho il coraggio?
ho capito perché non riesco a mettermi e a studiare, ho capito perché scrivo due righe e poi mi metto a suonare, ho capito perché non riesco a concentrarmi.
ma non ve lo dico.
io sto sprecando questi due mesi a studiare solo per orgoglio, per un capriccio.
potrei andare a fareall'amore? tutto il tempo.
a suonare il clarinetto, tipo. 
ma da molto non prendo più impegni.

ecco, forse ieri avevo preso in considerazione la seconda opzione di vita di questi due mesi.
poi oggi ho riavuto la mite: il pensiero dell'esame imminente mi ha riportata coi piedi per terra.

Si dice che coloro i quali si trovano su una cima siano attirati, come di per se stessi, verso il basso, verso il baratro. Penso che molti suicidi e omicidi siano stati realizzati per la semplice ragione che il revolver era già stato preso in mano. Anche in quel caso vi è il baratro, o una pendenza di quarantacinque gradi sulla quale non si può non scivolare, eppure qualcosa vi chiama irresistibilmente a spingere sul grilletto.

Flowers fell from heaven.

Stuck in the ground.
Amarcord.
Pieces, waitin', skinny petals.
Far from.
Red kisses, staring at.
The ground. (my feet won't touch the)
Yellow-blue eye.
Vein, yellow yellow veins.
Blue bones.
Staring at.
The ground.

My favourite painter, red (verde) music.

domenica 11 aprile 2010

as usual.

So
che di tutte le cose più belle,
quella storia di lividi
e baci...
no non penso sia la migliore.

Ma ricordo di un momento
di un unico momento:
una scala mi divideva dalla terra.
ferma sull'asfalto
ho cominciato a tremare
al ricordo
devastante
di quella cosa più bella.
Driving in your car
oh I never never want to go home.
Because I haven't got one
anymore

che tutto questo cambi, mi auguro.
non mi piace restare a marcire.
e poi sto a rota, maledettamente a rota.

magda, auguri.*

lunedì 29 marzo 2010

blabblaggini.

le mie ciglia in realtà sono bionde.
non ho più capelli e mesi fa ho comprato un telefono da 30 euro discriminando quello che avevo da 100. ho cominciato a fumare e il cibo mi da alla nausea.

ma queste, come dire, son blabblaggini.

stamattina 'ruso mi fa: claudiaaaa
e io già stavo girata dalla sua parte, lo stavo già guardando
quello mi fa proprio: claudiaa, senti, tu che sei rappresentante...
ma io già lo stavo guardando e quello mi fa: claudiaa
come se stessi da tutt'altra parte.
senza urlare, però era un ridere.
non m'ero fumata niente questa volta.

Take a drink, take a drag
One more coffee, ugly hat
No more mirrors, woolen bag
And I am gone

(non posso più mettere immagini.)

venerdì 26 marzo 2010

baricentro.

baricentro. A Bari Centro.
ho finito.

martedì 16 marzo 2010

Senso di colpa è il sentimento dell'anno.

Ogni punto che scrivo contro di lei è una pugnalata alle sue spalle,
mi sento maledettamente in colpa.
Qualsiasi cosa abbia fatto/detto, adesso non m'interessa. 
veramente, non m'interessa.
levatemi questo odioso incarico da boia.

emmenomale che c'è questo fine settimana completamente libero.
cause I'll be dancin'.

martedì 9 marzo 2010

il paradosso

è che una canzone di Marilyn Manson finisca.

(come tutte le altre./come tutti.)

 

lunedì 8 marzo 2010

è successo che.

è successo che un ragazzo che prendeva spesso il c13 con me, che frequentava gli stessi giri che ero solita frequentare prima, che portava sempre un cappello sul suo capoccione, che vestiva tutto rap yoyo yuppi-ye, che parlava a rime, che a volte mi salutava, 
ha ucciso una vecchietta.
l'ha picchiata
l'ha presa a martellate
l'ha soffocata in una busta.
è morta, è morta questa signora, sì, è morta.
è entrato in casa sua
lei gli ha chiesto l'affitto
lui i soldi non ce li aveva, no, anzi voleva giusto chiederglieli
lei ha rifiutato
e per un attimo ho pensato a Raskolnikov'
per un attimo
ho pensato alla letterarietà (?) dell'evento
alla situazione paradossale e deliziosamente letteraria.
poi ho pensato che niente.
e per un attimo
l'ho biasimato
giusto un attimo.
poi sono ritornata al lato patetico.
e così sono rimasta.

su quell'attimo, ci sto ancora vivendo.

venerdì 26 febbraio 2010

del mio vivere: che è costante rimozione di eventuali ricordi.

al ritorno a casa, nell'R6, un ragazzo m'ha scambiata per un ragazzo.
e poi è successa una cosa strana e no, il caso non esiste.
mi sono allontanata dai truzzi/vaffanculobruttistronzi/sonolesbicavabene?! e mi sò messa avanti.
il lato dei vecchi.
così mi mimetizzo.
oh!, quanto cazzo pesava la cartella!
e nello stesso momento, proprio in quell'istante, la ragazza che stava seduta lì, vicino a me, dove io avevo scelto di stare, viene presa da non so cosa prende un taccuino, una penna e ci scrive sopra: ST JUDE.
ricalca, cerchia, ritrae.
poi mette pausa sull'i-pod e chiude il taccuino.
mette play, e riapre e fa così tutto il tempo.
poi con una freccia collega ST JUDE a "Claudia".
e poi scrive altre cose, scarabocchi, bò, non ci capisco niente.
ma proprio bò.


oggi la professoressa ha parlato di Tolstoj e ha chiesto a me chiarimenti.di Dostoevskij e indicava me.

ma non ho scritto alcun racconto per quel premio.
il titolo diceva di più di quel che c'è scritto. si riferisce a ieri sera, e a quel "'till' I find somebody new", che mi spezza il cuore. 
è perché sò stanca. ho un sacco di idee in mente, forse questa è la settimana buona.

lunedì 22 febbraio 2010

che schifo la federico II.

ho in odio tutte le mie cose.
La mia stanza, la coperta ai piedi del letto, le mie babbucce, il mio cuscino, le pareti verde acqua, la scrivania con la munnezza sopra, i millelibri ancora da leggere sul comodino, le foto di me bambina, il calendario, il planisfero, il dipinto che feci all'asino (DARK), il mio cellulare, il mio evidenziatore, la foto di marco mengoni, baudelaire.
E la bottiglina d'acqua, il pc, la corda per saltare, il finto girasole di marzo, i cd con film che a questo punto non vedrò mai.
Il mio blog, odio.
talmente stufa e inviperita da odiare persino il mio gatto.
che non è una cosa, ma è MIO.
però una cosa mi piace fare, sempre piaciuto: gli elenchi.



A grandi linee, si innescano tre tipi di reazioni. Innanzitutto, i vasi sanguigni vicini al luogo della ferita si dilatano e divengono più permeabili. Determinate cellule e proteine, possono così lasciare i vasi sanguigni e spostarsi poi verso la ferita, dove uccidono i batteri. Infine, viene rilasciata una serie di sostanze che costituiscono una sorta di barriera, in modo da limitare l'estensione dell'infezione.



Ecco perché non si muore mai.

domenica 21 febbraio 2010

guardare ogni giorno se piove o c'è il sole.


mi tremano le gambe.
terrore panico ieri notte.
mi dispiace non avere il coraggio di far nulla; nulla IN TUTTI I LAGHI/LATI (cit.)
lettore mp3 appalla, ché ho bisogno di piangere ma piangere forte con le emozioni nelle orecchie.
una menoma variazione e scoppio in lacrime.
sapessi che tenevo scritto su 'sto blog, due settimane fa, che non ho mai pubblicato.
epperfortuna.perdonami se non ho il coraggio di finire una storia che dura da un anno; se non ho il coraggio di continuare a stare con te; se non ho il coraggio di muovere un passo senza di te.Pazienza [, andrea, piacere].
domani pioverà.
interpretala come ti pare.


Plus significas quam loqueris (per sapere se domani si vive o si muore): profondamente, sul mio polso sinistro.


io e te: un anno fa.

sabato 6 febbraio 2010

sulle costole.


Solo l'individuo etico s'inserisce nella comunità umana, mentre l'esteta non sa stabilire solidi legami con la società per dare una qualche consistenza alla propria esistenza.


Sta sprofondando.
Scomparirà.
A bien tot.

Plus significas quam loqueris: sul mio polso sinistro. 

giovedì 4 febbraio 2010

e in caso non dovessimo rivederci...

buon pomeriggio, buona sera e buona notte!


era da una vita che non vedevo 'sto film.
Jim Carrey, poi, mi ricorda irrimediabilmente MariaChiara.
che mi manca.
2 secondi della sua voce attraverso il citofono, un clàvuoisalire?peppestascendendo e poi il MALE. il nulla, il silenzio, come lo chiamate? che giornata da grande. da adulta che esce di casa alle sette del mattino e ci torna 12 ore dopo ed è stanca e le fanno male i piedi e non ha voglia di mangiare, ché ancora non sono sazia di chiacchiere, ho ancora voglia di parlare, parlare della mia giornatadagrande.

sentirmi stimolata.

e invece il silenzio, ché a te fa male la testa, parliamo un pò di moregun e delle cazzate che dice, dell'incidente che ha fatto l'amicadinonsochì, della casa disordinata, che ti sei scocciata di vivere, te lo leggo negli occhi, in ogni minimo gesto che fai.
va bene. va bene.
starò zitta, ricomincerò col periodo del
buongiornosonotornataacasa.
adessodormocinqueanniepoicercadisvegliarmitramezzorachéholostressdastudiare.tivabeneseprendo50goccedimetamizolo?
oppure:
buongiornotiaiutoasparecchiare.
vadoamorireduesecondinelcessopoivienimiachiamarequandotiserveaiuto.
tantosonoquiperte.

sono ancora qui 

solo per te.


Plus significas quam loqueris:. sulla mia mano sinistra.

lunedì 1 febbraio 2010

pausanimalcollective.

come sempre.
pause eterne da lavori infiniti.
vita infinita/sospesa.

vorrei sospenderla, MO C VO' (cit. Teresa) per almeno una settimana. qualche giorno, forse addirittura un mese. non sarebbe male.  

Post quae eodem ictu brachia ferro exsolvunt. Seneca, quoniam senile corpus et parco victu tenuatum lenta effugia sanguini praebebat, crurum quoque et poplitum venas abrumpi.  




sto tremando di gelosia al pensiero di perderti.
gelosa di quel futuro di cui io non farò parte.
vivo di quell'insaziabile ricordo di quella sera di novembre, tra le tue braccia, nel mio ventre.

ma non so dire no.
non so scegliere.
riesco solo a farmi trasportare senza ragione per non tornare a galla.


domenica 31 gennaio 2010

Non credo nelle coincidenze.

"Dear Leonard.

To look life in the face, always, to look life in the face and to know it for what it is. At last to know it, to love it for what it is, and then, to put it away. Leonard, always the years between us, always the years. Always the love. Always the hours."


Il mio gatto sembra un poeta, forse avrei dovuto chiamarlo Arturo. Come Arthur R.
Sta seduto sulla scrivania, accanto a me, e sta lì immobile ad osservare il sole scendere sempre più giù, verso la terra, lo osserva eclissarsi. Ogni tanto mi fa un saluto, fa tremare la lingua come i piccioni, poi si siede sulle mie ginocchia e col musetto mi tocca il mento, ad occhi chiusi.
Mentre io osservo il sole eclissarsi.

Ma la negazione, che è sacrificio di sé, non giunge al suicidio. Chi si uccide, infatti, non nega in sé la volontà di vivere, ma afferma solo, con il suo atto, la sua insoddisfazione per le condizioni in cui è stato costretto a vivere. E' la volontà, inoltre, a beffarsi di colui che si suicida, presenziando a quella decisione estrema, a quell'atto violento con cui ci si toglie la vita, ma che è, pur sempre, un atto di volontà.

giovedì 28 gennaio 2010

studi sulla tesina.


La seconda categoria è composta di individui che trasgrediscono la legge, di sovvertitori, o di individui inclini a diventar tali, a giudicare dalle loro attitudini. I delitti di questi uomini, s'intende, sono relativi e molto differenti; quasi tutti chiedono, in forme assai diverse, la distruzione del presente in nome d'un avvenire migliore. Ma se bisogna che uno di essi, per attuare la propria idea, passi, magari, oltre un cadavere, oltre il sangue, egli può, a parer mio, nell'animo suo, in coscienza, dare a se stesso l'autorizzazione di passare oltre il sangue - a seconda però dell'idea e della sua misura- notate queste parole.



 
Uccidiamo Teresa.
Nessun movente.
Solo l'estetica del delitto.


in foto: Raskòlnikov diviso in due da Petròvic.

giovedì 21 gennaio 2010

Ogni tradimento è assoluto, fa male e sembra non aver ritorno.


Non avrei mai dovuto vedere Casablanca.
Non ci voleva proprio, in quell'aula blu, di un giovedì, ma non di un giovedì qualunque, di un 21!
evvai con le citazioni:

"mi riprometto di non parlare più con nessuno, di non concedermi più con nessuno, né in amicizia né in amore né in una storia, di restare solo come lo sono ora e spaccare il culo al mondo."

(ho omesso le virgole davanti ai "né" perché ho sempre saputo che non ci vogliono.)


martedì 5 gennaio 2010

se ognuno ha una relazione con se stesso, deve avere anche una relazione con gli altri.

"Siamo essere strani" disse Eduard sorridendo. "Non appena possiamo allontanare da noi un qualcosa che ci dà pena, crediamo già di averlo risolto. Nell'insieme possiamo sacrificare molte cose, ma il concederci nella singola circostanza è un'esigenza per la quale raramente siamo maturi abbastanza. Così era mia madre. Per tutto il tempo in cui io, da bambino o da ragazzo, vissi presso di lei, non riuscì mai a sottrarsi alle preoccupazioni del momento. Se mi attardavo facendo una cavalcata doveva essermi successa una disgrazia; se un acquazzone mi bagnava tutto, di certo avrei avuto la febbre. Presi a viaggiare, mi allontanai da lei e fu quasi come se non le appartenessi più."

E' il momento che preferisco di più di tutta la giornata: quello in cui apro il blog, ascolto la musica e ammiro l'insieme.

Ho fatto uno strano sogno: ero morta.
AHAHAH, che ridere, sembra finito qui, no? se dico: morte si suppone sia finita.
e invece no!
eravamo tanti morti, in una stanza, tanti spiriti (ma non era angosciante, tutt'altro! aspettavamo che morissero tutti per poter parlare un pò con tutti, e facevamo scommesse su chi sarebbe morto prima); man mano morivano tutti e ci raggiungevano, ed eravamo tutti della stessa età, tutti conoscenti: c'erano compagni di scuola delle medie, delle elementari, amici d'infanzia, tutti. e finivamo per raccontarci la nostra vita, uno per uno, come il nostro percorso storico ci aveva portati a quella situazione. All'inizio non sapevamo nemmeno di essere morti, cercavamo di parlare coi nostri genitori, prendevamo il cellulare, in molti modi tentavamo una qualche connessione con l'altro mondo, senza sapere fosse un altro mondo, e quando ne veniamo a conoscenza, non ci disperiamo, tutt'altro! Aspettiamo con speranza la morte di tutti.
sto dicendo sempre la stessa cosa, ma questo succede, e poi c'è il mio gatto, il mio gatto che si butta dal balcone con la testa all'indietro ma si ritrova con tutt'eqquattrolezampeatterra. e faccio una corsa giù per le scale per andarlo a prendere, "ché se nò fugge!", ma mi ferma la mia vicina (una morta sul serio) e comincia a farmi mille e mille domande. e tento di svincolarmi, ma tanto rispetto per i morti! come si fa a non risponderle? poi trovo Jim l'americano che anche lui è morto, e comincia a parlarmi col suo accento strano. "Anche ttu ti ctrovi in ku-esta situazione strange?!" e come esultavamo quando qualcuno rispondeva al nostro richiamo!
significava che era morto.

L' autocoscienza si presenta come appetito sensibile, si manifesta come desiderio di un oggetto di cui ci si vuole avvalere come strumento per soddisfare un bisogno. Ma questo movimento porta inevitabilmente il soggetto ad incontrarsi e a misurarsi con altri soggetti, altre autocoscienze, che hanno la medesima tendenza verso l'oggetto e quindi resistono, gli si contrappongono. Qui si trova un passaggio fondamentale: l'autocoscienza, la coscienza di sé, è anche coscienza dell'altro; e l'unità del sé e dell'altro passa originariamente attraverso un rapporto di opposizione.
La ragione della contesa è il riconoscimento: "la coscienza di sé non è sicura di sé se non è posta da un altro da sé."

Buon appetito, amore mio.


so che non lo è, ma per me sì: ironico.

domenica 3 gennaio 2010

in a sentimental mood.

del tipo che ho finito tutta la scatola di cioccolaTtini.
non c'ho voglia di scrivere
me, in un qualsiasi frattempo.