chiuditi dentro(,)questa notte.

domenica 13 dicembre 2009

butta Seneca e prendi Goethe.

blame it on your mother for the things she said.
blame it on your father but you know he's dead.

crisi in atto.
nostalgia di non so ché.
LyLa ti ricordiamo che Un Tizio ti ha aggiunto tra gli amici di hi5.
e tiritittittì.
oh, clà!, scet't! butta Seneca e prendi Goethe! cazzo ne so, scrivi! fa qualcosa, ingegnati, che è sta storia che non parli? perché non butti un pò di sangue su un foglio bianco?
sforzati, l'ispirazione vien da sè! sentito Schelling? (era schelling?) l'arte è un atto consapevole, ma diventa inconsapevole man mano, quando viene l'ispirazione, fino a diventarti estranea.
diceva così? probabilmente no, ma una parte l'ho colta.
questo è il momento giusto, clà.
malinconia: mode on; sentimenti in ascesa; sensi attutiti; silenzio; calma nell'ambiente, sistema in fermento; anima e coraggio.

gli evidenziatori, tutti, fanno schifo. TUTTI, tranne il giallo. il giallo EVIDENZIA, gli altri COPRONO.
puàh.


AHAHAH!

mercoledì 4 novembre 2009

Di quei giorni in cui il ricordo è solo un sogno.

Presentare un blog con un titolo d'argomento, che ridere.
Su.
Circa.
L'inutilità della parola.
Di quei titoli che già dal grassetto ti inducono a riflettere.
Che pall'.
Incomprensibili.
Gisantomo di Gisallo.
Ludovico di Baldeposta.
Maurizio Belpietro...

Per quanto riguarda me, non ho studiato.
As usual, che ve lo dico affà?
Una volta studio, cinque giorni riposo per lo sforzo fatto.
E me ne compiaccio, ne vado fiera, mi MILLANTO (àààà che parola che parola!) lo scrivo bello grosso su di un blog!
Ma io ci provo.
Non ci riesco, e hai voglia di vitamine, oh!
Sono capace di stare ore e ore e ore su di un libro di biologia e non aver imparato assolutamente niente. E sottolineo anche le cose giuste, eh! Io so sottolineare. Poi però mi perdo. Mi distraggo, mangio un mandarino, 5 minuti di TV e sono già fuori la scuola, seduta al bar di fronte con b1 che ripete una lezione non-studiata. E fa freddo, e mi prendo un cornetto con la marmellata, maròòò il cornetto con la marmellata, ed entriamo, stiamo entrando? oh, uagliù!, ma stiamo entrando?! ma siamo pazzi? anzi: ma siete pazzi??!?!?!? marò è un suicidio io lo dico, è! non ho fatto un cazzo voglio andare a casa basta la scuola ma quando finisce marò l'esame puozz'n murì tttquant!
Jude, ormai è andata.
La voce di B1/Federica con lo sguardo rassegnato/la mano aperta col palmo verso il basso.
Sono le 20: 23, è tardi per rimediare, qualsiasi cosa tu voglia rimediare.
Che cosa potrebbe esserci da rimediare? vediamo:
domani:
Arte. c'ho 8.
Storia. c'ho 7.
Filosofia. non c'ho niente e non so niente.
Biologia: NON SO NIENTE
matematica: m'ha interrogata oggi, e sò andata pure bene! fortunatamente m'ha chiesto di rispiegare la PUNTATA PRECEDENTE e io le cose le capisco, la matematica la capisco, il problema è il dopo. "claudia, brava, molto brava! che peccato che nell'operativo... ma d'altronde i matematici, nun c sta nient a fà!, non li sanno fare i calcoli!!! Einstein..." e di nuovo l'esempio di Albert che i calcoli li faceva fà alla moglie.
Fisica: ecco, l'ultima lezione l'ho seguita e capita ma le tre precedenti no.
Vabè.
Diciamo che l'unico vero problema è biologia.
Che posso fare nelle ore di storia e filosofia.
Marò ma che ve ne fotte?!

D'improvviso la tristezza.
Ed ecco che torna il titolo del post.
Ma perché parlare di pensieri così intimi su internet?
D'altronde il mio è molto complesso, e sono riuscita a sintetizzarlo in quella frase.
Chell'è.

Mò c'ho voglia di Salemme.

venerdì 30 ottobre 2009

Etichette per questo post: ad esempio...

C'è forse una cosa sola che mi piace di questa giornata.
Che mi è piaciuta!, clà!, sbagli il tempo.
No, è un gioco di parole, adesso ve lo spiego: di questa giornata, 30 ottobre, m'è piaciuta una sola cosa, ed è la stessa che mi piace sempre di ogni giornata, da quando sò viva a questa parte: è un'azione abituale, quotidiana che però particolarmente poi oggi che bella poi bo cacca MESSAGGIO SUBLIMINALE

Etichette per questo post: ad esempio sole d'autunno.

Si tratta del sole delle 5 del pomeriggio d'ottobre/novembre.
Si riflette sul vetro del giradischi che costruì mio padre/sui raggi-Beatles per tutta la stanza, sfere mobili che costellano i muri dorati di immenso, ne senti quasi il suono; un tenero e morbido tepore appesantisce le ciglia/la polvere in controluce danza a ritmo di una muta Penny Lane.
C'è sempre stato, fin da quand'ero così. In tutte le foto, dagli 8 mesi ai 17 anni, nei pomeriggi d'ottovembre, si sente la presenza, è un secondo soggetto, èpparente!
Illumina i miei capelli biondo a caschetto mentre gioco con l'amato pony fucsia (che storia che ha quel pony, che storia!)/le poesie di Baudelaire.

Etichette per questo post: ad esempio fly to London.

Nonostante il sole/tepore/sapore, mi sento irrimediabilmente triste.
NOI GENTE POVERA lo prendiamo dappertutto.
Ogni buco è spertus, si dice così?
Sono volgare. Sarò volgare:
mi sono cacata il cazzo.
Non è giusto che si debba subire, che si debba prendere, che i ricchi rubano ai poveri però si accusano i poveri, che IO venga accusata di rubare ai poveri che non cioè bo.
Ho almeno due litri di pianto stipati nel cervello, non riesco a versarli.
C'è anzitutto indignazione. C'è orgoglio ferito.
Non solo mi ci vuole tanta di quella forza per chiedere la carità, poi mi si viene pure sbeffeggiata, offesa, e come per non finire PRESA PER IL CULO.
Giuro che non so come sfogare.
Non posso entrare troppo nei particolari, e intanto mi annoia atrocemente scrivere, nel mio "diario privato" tutto nei minimi dettagli. Fa ancora più stizza poi ricordare.
Ma dov'è la divina provvidenza, Manzò?! Dov'è il Castigo, Dostoè?!
Io non ho Delitto. Non ho ucciso nessuno.
Perché c'è gente che riceve e riceve e riceve e che non viene mai punita?
Perché c'è chi non riceve mai e viene pure fraintesa?
Che giustizia è?
Mi sono cacata il cazzo. Un giorno di questi farò una bella lettera-protesta a quei cazzoni che se la meritano.

Per orgoglio, sì, solo per una questione d'orgoglio non piango e non tremo quando ti dico, mia cara prof, che a questo viaggio del cazzo, ci vai tu e tua sorella.

Etichette per questo post: mi sono cacata il cazzo, ad esempio.

lunedì 12 ottobre 2009

Guarigione distocazzo

Fa strano, dopo settimane, scrivere.
Su di un blog pubblico, peraltro.
...
eeeggiààà.

Non so in realtà in che modo voglia espiarmi, catarsizzarmi (by me), ma dovrò farlo.
Devo.
Non è un "have to", ma un "must". e perdonate l'inglese ma il mese prossimo Adolfo Pansini mi porta a Londra.
E ne sono felice.
Ho immaginato Londra, tutta Londra (contesto/situazione/amicizie/persone) in un certo modo, stamattina, quando quel 560 mi chiama a casa. "C., sono R., ti chiamo da scuola, come stai?" eheh, non sono venuta perché dalle 5 e mezza alle 8 ero impegnata in una traversata di Pianura a bordo di una scialuppa con quello che S. mi ha ben ricordato, è il mio EX ragazzo. "Entro novembre dovremmo fare il viaggio..." "Conosco già le mete e i prezzi, R., sono informata. Tra Siviglia e Londra preferisco la seconda. Magari incontro i Bitols." "Occhei, allora buona guarigione." distocazzo, aggiungerei.
Guarigione distocazzo.
Poi però illusioni, vane illusioni. Sparite. Delusioni. Tutte.
Il viaggio sì, Londra sì. Verrà tutto, ma non sistemerà le cose.
Non starò al tavolo con la mia EX amata insegnante, non inviterò il mio EX ragazzo nella mia camera.
Londra non sistemerà le cose.
Londra non sarà il collante, piuttosto il nastro bioadesivo.
Londra sarà la Morte, Londra saranno i Bitols e il freddo, Londra sarà il Pianto e la Nostalgia, Londra sarà una Fine. Nessun Riepilogo. Londra è il Male.

E' stata una cattiva idea, torno a Gossip Girl, perché Leopardi mi uccide l'anima con le sue vedute da dietro un cespuglio e le ginestre, i fiori, e il pessimismo (che non è) il profumo della vita.
BASTA MI SONO ROTTA LE PALLE ADESSO MUOIO UNA VOLTA PER TUTTE E NON SE NE PARLA PIU': PIANGO E MUOIO E SI FOTTONO TUTTI E NON MI CANDIDO PIU' RAPPRESENTANTE D'ISTITUTO MA A CHI VOLETE PRENDERE IN GIRO CHE SONO STE STORIE FATEVI I CAZZI VOSTRI ANNANNA.

torno alla mia dignità.
'notte.

venerdì 2 ottobre 2009

il Sublime.

Comunque sto vomitando il vuoto.
Nel senso che non ho niente nello stomaco eppure corro in bagno a vomitare aria.







urgh!, scusate...

domenica 20 settembre 2009

Part II (la prima delle tre.)

Mi invitò a sedermi.
Che cosa ne avrei fatto?
Camminava con passo felpato, nella sua casa, su quello che era il suo tappeto, il suo pavimento.
Che cosa ne avrei fatto delle sue frasi, dei suoi pensieri, dei suoi sorrisi, dei suoi pianti?
Mi chiese se fumassi ancora, ma non ebbi il tempo di rispondere che bussarono alla porta.
Che cosa ne avrei fatto, ditemi, delle sue gambe svelte?, del fruscio della sua sottoveste, dei suoi capelli lucidi?
Rise a qualcuno e rientrò nella stanza più allegra di prima, semmai lo fosse stata, prima.
Sarà mai stata contenta, almeno una volta contenta, prima, con me? Felice, radiosa, contenta? Magari in quelle passeggiate sul lungomare, giurerei di averle visto un sorriso compiaciuto illuminarle forse solo metà viso, ma era felicità? Magari quei pomeriggi d’inverno, con la tempesta, ricordo denti bianchissimi e pieghe agli occhi, tra le lenzuola, è così?
Magari che lo sia stata, per un attimo almeno?
Padroneggiava la conversazione con così tanta destrezza, che nelle pause avevo quasi paura potesse pretendere qualche iniziativa da parte mia, avevo il cieco terrore che si accorgesse di me.
Per un istante, almeno, sarà stata felice.
Avevo il terrore che tra tutte quelle cose lì intorno, tra tutti gli oggetti inanimati da poter interpellare, esortare a parlare, potesse posare gli occhi su di me. Invece che sul frigorifero, sulla teiera, sulla credenza, sul tavolo, sull’amico vassoio, sul culo del bicchiere.
Inzuccherò il suo tè dopo aver spento la sua sigaretta, arricciò un po’ il naso e si tastò preoccupata i capelli: ho qualcosa in disordine, alzò gli occhi su di me e disse questo. E mi guardò. Mi parlò guardandomi, eppure no, mi guardò parlandomi, niente gerundio, fece entrambe le cose, nello stesso istante con la stessa intensità e avrei preferito essere la teiera.
Continuò a guardarmi e a sorridere, e imbarazzata scosse la testa: quella cascata di capelli bruni scivolò sul suo collo, ma con poco slancio, corti com’erano.
Il frigorifero.
Pardonne, il tavolo.
Si era avvicinata a me così lentamente che solo il tavolo se ne accorse, l’amico vassoio era girato dall’altro lato, intento ad asciugarsi.
“Hai gli occhi lucidi”.
Il culo del bicchiere.
Era così vicina che potevo sentire l’odore del suo burro di cacao mischiato al (pro)fumo della sua bocca.
“Io ti ho amato”.
Sembrava più una terapia che una confessione, una terapia per me, per liberare me dal tormentoso buco d’ossessione che m’ero creato, e non una confessione per riscattare la sua anima dal pietoso stato in cui mi aveva disastrosamente cacciato.
Mi ha amato, ciò significa che non lo faceva più?
Mi accompagnò alla porta senza che lo volessi realmente.
Mi sorrise; mi persi. Ho trovato un modo per esprimere due azioni coordinate senza congiunzioni/pause troppo brevi.
Mi sorrise.
Mi persi: che cosa ne avrei fatto di tutti quei ricordi?

[to be continued...]

giovedì 17 settembre 2009

Canzoni Civili.

Che nessuno me ne voglia se cito Giacomino.
Ché non ha niente a che fare con questo post.
Niente ha a che fare con niente.
Il mio rispetto/affetto/AMORE-PURO per Leopardi dovrò riservarlo ad altri post(s).

Primo giorno della settimana senza scuola: il solito merlo delle 10 sulla finestra, Cesare che gioca a nascondersi tra le lenzuola, il camion della "differenziata" del venerdì (ed è la prima volta che il mio Gatto non cerca di saltare giù, anzi, è la prima volta che lo vedo seriamente impaurito! grazie ASIA), Tatore che "ciàoclaudià". AAAA, siamo ritornati alle vacanze?
Sono in semi-pigiama e canotta estiva, ma fa veramente freddo. Ho aperto il balcone per cambiare un pò l'aria e stare PIU' FRESCHI, ma ch cos! Fa fridd a'for.
Eppure persevero, nonostante l'evidenza, nei miei pantaloncini, nelle mie code di cavallo, nel mio viso senza-trucco, nelle riserve di acqua, nei miei residui di pelle bruna, nelle mie lunghe letture, nei miei pisolini di 4 ore, nel mio scrivere/trascrivere/suonare/disegnare/sognare/pensare ad occhi chiusi/rimanere a bocca aperta al passaggio silenzioso di un'idea. FINTA ISPIRAZIONE.

martedì 15 settembre 2009

Pronta consegna.

Ogni volta che mi siedo davanti al piccì devo fare la cacca.



"Claudia, un altro blog. Ti diverti a occupare tutto il web, sì? E chi lo spiega all'uomo-ragno?"
Uggesùcristo, mio fratello.